Day #7 – La grande abbuffata

Recuperato il bucato dalla lavatrice, ci mettiamo in marcia alla ricerca della solita bakerey per la colazione che arriva pochi chilometri dopo.

Come Unni razziamo tutto ciò che possiamo, anche perché i wurstel rinseccoliti e la torta ammuffita che ci hanno gentilmente scaraventato sul tavolo ieri sera sono ormai passati “a miglior vita”.

Attraversiamo una miriade di villaggi rurali ed alcuni piccoli borghi.

Sul comignolo di una casa che sembra uscita da una favola dei fratelli Grimm, scorgiamo una cicogna che sarà più fotografata di una modella.

Attira la nostra attenzione un distributore “manuale” di patate: è molto “social” e “smart” (giusto per inserire a casaccio due parole di moda), si apre il coperchio, si prende un sacco di patate e si lasciano 5€ in una cassetta. In Italia, forse, avrebbero portato via patate e cassetta!

Giungiamo in un paese “Am See”, ovvero “Sul Lago” (in Germania sono precisi, aggiungono la descrizione nel nome dei luoghi) dove c’è un curioso ponte mobile su cui un piccione ha pensato bene di nidificare e, ad ogni passaggio di barca a vela, fa un bel giretto in giù e in sù!
Un favoloso panino con il pesce comprato in una botteghina ci offre le forze giuste per coprire gli ultimi 90 km prima del porto di Rostock.

Pedaliamo a capo basso per prendere il traghetto delle 19:15, altrimenti tocca pernottare sul molo e nutrirsi di muggini.

Il traghetto è abbastanza affollato e ci mettiamo in fila per comprare un panino per cena, ma… che prezzi!!!
Utilizzando al solito il mio fiuto da segugio per il cibo, scovo, però, il self-service che con pochi euro in più (25) ci regala una favolosa abbuffata a base di tutto, birra alla spina inclusa!!

Le due ore di relax sul traghetto volano e, in men che non si dica, ci ritroviamo in Danimarca, dove ci attende il ricovero notturno, un’area di sosta gratuita con il fuoco già acceso ed alcune capanne.

Le 3 birre bevute a bordo mi conciliano benissimo il sonno.

Notte!

RONF…..RONF…..

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